SINTESI DELLA STORIA DEL PAESE

In assenza di tracce risalenti alla preistoria ed a popolazioni che gli studiosi considerano proto storiche, è opportuno iniziare la disamina storica del territorio di Pompiano dalle genti che vi trovarono i romani nella pianura bresciana prima che avesse inizio la loro dominazione.

campanile-pompiano.jpgQuesti erano i Galli Cenomani, una popolazione celtica che, pur continuando a mantenere i contatti parentali e scambi di tipo economico, si era staccata dal ceppo originario dei Cenomani stanziati nell'attuale regione francese del Maine, che fa capo alla città di Le Mans, probabilmente perchè quel territorio non bastava per mantenere l'aumento continuo della popolazione. Insieme al surplus di bocche da sfamare di altre tribù celtiche, essi avevano attraversato le Alpi e si erano stazionati fra il Po e le vallate alpine e fra i fiumi Adda e Adige.

Al contrario delle genti del bacino del Mediterraneo, fondatori e abitatori di città, i Cenomani, come in genere tutti i popoli nordici, preferivano vivere sparsi per la campagna, generalmente lungo i corsi d'acqua, dove si dedicavano con competenza e passione alla coltivazione dei campi pur sapendo, all'occorrenza, far buon uso delle armi. Periodicamente, in occasione di feste religiose o per difesa da nemici esterni, si riunivano in un punto centrale del loro territorio, che per i Cenomani era l'attuale Castello di Brescia, in una sorta di oppidum ottenuto spianando la cima del colle. Oltre ad una fiorente agricoltura, si dedicavano all'allevamento del bestiame per uso domestico, fra cui venivano privilegiati i maiali, i quali si nutrivano delle grandi foreste di latifoglie, che interrompevano, di tanto in tanto, le zone ben coltivate. Non disdegnavano il commercio e battevano monete, che usavano negli scambi. Si vestivano con calzoni e con un mantello con cappuccio rimasto in uso fin oltre il medioevo. Preferivano la tradizione orale alla scrittura, per cui non ne avevano una propria e se la necessità lo imponeva usavano caratteri dell'alfabeto greco. Dotati di grande spiritualità, praticavano suggestivi riti religiosi in radure in mezzo ai boschi a stretto contatto con la natura e tenevano in grande considerazione il culto dei morti. Le loro abitazioni erano di materiale deperibile per cui dei loro insediamenti non rimane generalmente alcuna traccia, se non i resti degli oppidum, posti in posizione centrale e su rilievi del terreno, cui facevano capo le diverse stirpi. La venuta dei Romani trasformò l'originario insediamento gallico sul colle di Brixia in una città con edifici di pietra e laterizio.

E' noto, come del resto degli altri popoli mediterranei che gli erano affini, preferivano, come forma di insediamento, la città rispetto ad altre forme stazionali, per cui, nei territori che venivano conquistati, venivano fondati ex novo o riutilizzati, nei punti strategici, dei centri urbani fortificati per poter meglio dominare il territorio circostante.

Grazie al particolare rapporto instaurato con i Cenomani, per lunghi anni i Romani non entrarono nel territorio di questa popolazione celtica; così, quando ad esempio tracciarono la via Postumia, che collegava Genova con Aquileia, essi si limitarono a seguire il confine meridionale, rimanendone al di fuori. In seguito, quando tutta la Gallia cisalpina venne conquistata e i maggiorenti cenomanici scelsero di ottenere la cittadinanza romana e di entrare nei ranghi delle classi privilegiate, migliorarono le già esistenti strade galliche, che diventarono le note vie romane e Brescia aumentò il numero dei suoi abitanti per l'inurbamento proprio di esponenti della nobiltà cenomanica.

Con la pax romana, si imposero dei tributi, che presero la via di Roma, mentre un notevole numero di guerrieri veniva arruolato per combattere, sotto l'aquila romana, spesso, contro altri celti. Nelle campagne invece si instaurarono confini di proprietà a cui i cenomani non erano abituati, ma si lasciò che la popolazione continuasse a vivere secondo le proprie usanze e tradizioni.

Non avendo avuto i cenomani un rapporto così contrastato con i Romani, come invece l'ebbero altre tribù celtiche della Cisalpina, sembra piuttosto improbabile che vi siano state nella pianura bresciana massicce confische di terre agricole e che quindi non si sia proceduto a tutte quante le centuriazioni che, con una buona dose di entusiasmo, alcuni studiosi immaginano vi siano state. Bisogna tener conto, inoltre, che gran parte del territorio doveva essere coperto da boscaglie e da acque stagnanti, oltre ad essere solcato da numerosi corsi d'acqua non incanalati e con una portata maggiore rispetto ad oggi, per non esservi seriole e navigli di derivazione e quindi, facili ad uscire dagli argini e a cambiare il proprio corso.

È difficile perciò pensare che vaste aree irregolari potessero in poco tempo essere agevolmente bonificate e disboscate e ridotte ad appezzamenti perfettamente uguali e coltivabili se non pensando a massicci acquisti di zone già fertili e ruralizzate da parte dell'erario romano.

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ultima modifica 2022-05-19T08:23:42+01:00